domenica 17 ottobre 2010

Odom: "When Normal Happens", il nuovo motto NBA

 La “modifica” alle regole NBA applicata circa un mese fa prevede l’utilizzo del fallo tecnico da parte degli arbitri con molta più frequenza rispetto a quanto si è visto sino allo scorso campionato. Le nuove modifiche, diramate dall’ufficio centrale della Lega e non sottoposte al sindacato dei giocatori (NBPA), parlano chiaro: 
- quando un giocatore, in qualsiasi parte del campo si trovi (anche nel tunnel degli spogliatoi), commette un gesto aggressivo (ad esempio tira pungi in aria) riceve un fallo tecnico; 
- quando un giocatore dimostra disappunto perché gli è stato fischiato un fallo contro (gesti di incredulità come le mani alzate al cielo) o perché non gli è stato fischiato a favore (cerca di dimostrare usando le sue braccia il modo in cui ha subito fallo) riceve un fallo tecnico; 
- quando un giocatore corre direttamente verso un arbitro per lamentarsi di un’infrazione riceve un fallo tecnico; 
- quando un giocatore, anche con toni civili, insiste a domandare sul motivo per cui gli hanno fischiato un’infrazione riceve un fallo tenico.
Se alcune regole possono sembrare sensate (gesti aggressivi o insistere per avere spiegazioni facendo ritardare il proseguimento della partita) le altre, come anticipato alle porte del week-end, stanno causando una pioggia di falli tecnici mai vista prima. L’ultima “vittima” è Lamar Odom che durante la sfida con i Sacramento Kings ha commesso un fallo sul tiro di Carl Landry. Assolutamente non concorde con la chiamata arbitrale Odom, senza riflettere, ha semplicemente alzato le braccia al cielo per circa 4/5 secondi senza aprire bocca. Nonostante non si sia lamentato verbalmente e l’alzata di braccia sia un gesto fra i più comuni nella NBA, però, non è passato inosservato ai direttori di gara che lo hanno punito con un fallo tecnico. Motivo del fallo? Ha mostrato disappunto. Nella conferenza post-partita Odom si è detto a dir poco incredulo: “Incredibile. E’ stato uno dei falli tecnici più stupidi che abbia mai preso. Senza aprire bocca. Alle volte capita che i giocatori alzino le braccia semplicemente per dire: ‘Ok, ho commesso fallo”. Si tratta di un gesto innato che fra l’altro in molti lo vedono come un segno di “galateo” nel basket.” Il sindacato dei giocatori ha già messo in agenda un incontro con i vertici NBA per discutere di queste nuove regole che, secondo il loro punto di vista, andranno a danneggiare l’intensità delle partite perché gli atleti diventeranno sempre meno appassionati del gioco perché, intenti a rispettare le regole, tralasceranno emozioni e “amore” verso il basket. In un certo senso Odom, nonostante sia contrario alle regole, sembra percorrere questa direzione: “Devi stare zitto. Se ti fischiano un fallo tecnico paghi 2.000 dollari. Negli Stati Uniti come in qualsiasi altra parte del mondo si tratta di una bella somma di denaro. Non voglio perderla per non aver commesso nulla.” afferma il due volte campione NBA Lamar e prosegue: “Se mostrare le mie emozioni semplicemente per dire: “Maledizione, pensavo di aver preso la palla” mi costerà 2.000 dollari allora imparerò a frenarle e mi terrò i soldi. Punto a capo.” Le ultime parole di Odom sono dirette verso i vertici della NBA invitati a riflettere su quale sia il loro messaggio da dare ai tifosi di tutto il mondo: “E’ una situazione pazzesca perché ora la gente non potrà più vedere ciò che più gli piaceva. Voglio dire: guardate le pubblicità della NBA “Where amazing Happens”. E’ piena di giocatori che con il loro volto ed i loro gesti esprimono rabbia, felicità, disappunto o gioia. Non c’è nulla di sorprendente nel nascondere le proprie emozioni. - Amazing si può tradurre come: "sorprendente" - Se le regole non cambiano il nuovo spot sarà: ‘Where Normal Happens’”.

sabato 16 ottobre 2010

Mbenga lascia L.A. per NOLA

 Negli ultimi due campionati D.J. MBenga era alle corte di Phil Jackson ai Lakers dove si trovava in fondo alla rotazione e veniva utilizzato solo nei casi di assoluta necessità. All’avvio dello scorso campionato, ad esempio, Gasol risultava infortunato e Mbenga si era occupato di sostituirlo mettendo a referto qualche solida partita come quella contro gli Hornets (08/11/2009) conclusa con 10 punti e 12 rimbalzi. Vincitore di due anelli (2009-2010) lo scorso giugno è entrato a far parte dei free-agent senza restrizioni e sino ad oggi era stato contattato dai Phoenix Suns, Portland Trail Blazers e New Orleans Hornets. Proprio il team della Louisiana, forse particolarmente convinto da quanto visto 12 mesi fa, alla fine è riuscita a spuntarla sulle altre franchigie dandogli un ingaggio della durata di un anno al minimo salariale. Dunque il ventinovenne nativo del Congo e di passaporto Belga inizierà subito la pre-season nel team di Chris Paul dove si alzerà nuovamente dalla panchina per fare riposare i titolari Emeka Okafor e David West.

MJ: nella NBA di oggi segnerei 100 punti

Testimonial d’eccellenza della casa di videogame 2K Michael Jordan, che nell’edizione 2011 del videogioco ha un ruolo decisivo dal momento che si possono rivivere tutte le sue partite più importanti, ha risposto ad un paio di domande poste dai giornalisti durante il lancio del gioco. La prima era come si vedeva nell’NBA odierna. “Senza ombra di dubbio è molto meno fisica dei miei tempi e le regole sono cambiate.” risponde il numero 23 più famoso di tutti i tempi e prosegue: “Basandomi sulle regole di oggi se fossi un giocatore all’apice della carriera con il mio stile di gioco… Beh allora sono quasi sicuro di due cose: o finirei espulso per numero di falli commessi in una partita oppure otterrei talmente tanti tiri liberi da segnare con una certa frequenza 100 punti.”. In 15 anni di carriera Jordan ha ottenuto una media di 30.1 punti e 6.2 rimbalzi a partita. La seconda domanda, per certi versi “ovvia”, è stato dare una risposta all’eterno dibattito: meglio Jordan o meglio Bryant (arrivato a cinque titolo lo scorso giugno)? “E’ difficile rispondere. Una conversazione come questa, però, sarebbe sempre meglio farla quando entrambi i giocatori hanno concluso la loro carriera da sportivi professionisti.” ribatte il sei volte campione NBA con i Bulls e poi si sbilancia: “Comunque se parliamo delle migliori guardie di tutti i tempi personalmente lo inserirei di sicuro fra le prime dieci.

Arenas multato per simulazione di infortunio

 L’NBA (come molti tifosi dei Wizards) spera che la stagione alle porte sia quella della “redenzione” per Gilbert Arenas che proviene da tre interventi chirurgici al ginocchio e dall’anno di sospensione inflittogli per i tristi eventi legati alle armi introdotte (illegalmente) nello spogliatoio. David Stern in persona, massimo rappresentante della Lega, a fine Settembre si era incontrato con Arenas per discutere su quale fossero le migliori mossi da intraprendere proprio nell’ottica di “riabilitare” l’immagine di uno dei giocatori più noti della NBA. A quanto pare, però, i consigli di Stern non sono stati a sufficienza perché oggi Flip Saunders, chiamato ad allenare i Wizards nel corso dell’estate, rende noto che il team con sede nella Capitale degli Stati Uniti D’America ha inflitto una multa ad Arenas per aver dichiarato il falso quindi “ingannato” i tifosi. Alle porte della partita d’esordio nella pre-season, infatti, Gilbert aveva detto di sentire male al ginocchio operato quindi sarebbe rimasto fermo a bordo campo. Saltato il match (facile vittoria degli Stregoni nonostante la sua assenza) qualche ora fa il Washington Post ha chiesto ad Arenas quali fossero le sue condizioni e lui ha replicato: “Sto bene. In verità non stavo male e l’ho detto per permettere a Nick Young di giocare qualche minuto in più e senza pressioni. Mi sono reso conto che si sentiva frustrato perché non poteva far parte del quintetto base e allora ho fatto finta di non poter giocare così gli ho dato la possibilità di essere titolare e con più minuti a disposizione.” Il regolamento NBA prevede una sanzione verso chi simula un infortunio perché manca di rispetto ai tifosi (i quali pagano il biglietto per vedere i giocatori in azione e non a bordo campo senza ragione) perciò i Wizards, ancor prima che si muovesse l’ufficio centrale della NBA, hanno multato il proprio numero 0. Non si conosce l’ammontare della multa e nemmeno la reazione di Arenas.

sabato 9 ottobre 2010

La sfida ha avuto solo la parvenza del mitico scontro del '97, quando gli imperiosi Chicago Bulls piegarono i campioni europei dell'Olympiacos con uno schiacciante 104-78 offerto da Jordan e compagni. Stavolta la caratura è stata diversa come le condizioni delle squadre in campo, che hanno visto i Lakers campioni NBA (con un Kobe Bryant a mezzo servizo) soffrire il ritorno del Barcellona campione d'Eurolega, trascinato dall'imprevedibile Navarro per il definitivo 92-88 a favore dei padroni di casa.